Prochaines célébrations
Vita quotidiana in un monastero cistercense
La vita quotidiana dell'Abbazia è ritmata dal suono delle campane che chiamano regolarmente i monaci alla preghiera.
Una Regola...
Nella sua "Regola", testo che fonda e ritma la vita dei monaci cistercensi, San Benedetto prevede che, nel limite del possibile, tutti i lavori devono poter essere svolti all'interno del monastero, per evitare il più possibile ai monaci di dover uscire, cosa che nuocerebbe alla loro vita di preghiera.
Forti di questo principio, i monaci hanno organizzato la loro vita quotidiana in maniera estremamente razionale, ricevendo ciascuno la responsabilità di un settore ben preciso affinché ognuno collabori alla gestione materiale dell'insieme. I visitatori sono spesso colpiti nel constatare che un monastero può essere comparato ad un immenso alveare in cui ognuno si occupa con zelo alle diverse responsabilità che gli sono assegnate. Si tratta innanzitutto di occupazioni ordinarie indispensabili per far funzionare una grande casa (cucina, pulizie, bucato, riparazioni, ...), ma anche di attività più specifiche come la gestione della fattoria, dei giardini e dei frutteti, l'amministrazione, il segretariato e la contabilità, l'accoglienza degli ospiti e il loro accompagnamento spirituale, il negozio, la formazione dei fratelli più giovani, eccetera.
Dovremmo ancora aggiungere alla lista l'esercizio dei talenti artistici (pittura, scultura, musica,...) attraverso i quali tutto l'agire umano si dispiega in uno spirito di servizio della comunità e dei fratelli nei quali viene riconosciuto Gesù Cristo stesso.
Il principio fondamentale che anima tutte queste attività è dettato ancora una volta dalla Regola, secondo la quale i monaci devono vivere del proprio lavoro, solidali con i loro simili nel mondo, e facendosi nel contempo gli umili servitori del Bello.
... a servizio della crescita spirituale
Uno sguardo troppo superficiale che si limitasse ad una visione troppo esteriore della vita monastica e ai suoi aspetti puramente funzionali, non coglierebbe l'essenziale del monachesimo: il progetto benedettino non può essere ridotto ad una buona organizzazione delle attività temporali.
Tutte queste attività esercitate con generosità ed ingegno - tanto da avere contribuito in maniera fondamentale a fondare l'Europa! - non sarebbero nulla se non fossero abitate dal soffio vitale della preghiera e del dono di sé in unione con Gesù Cristo, preferito ad ogni altra cosa.